GRAGNANO (NA). Gragnano è internazionalmente conosciuta per la pasta, per il vino, per l’olio, ovvero i prodotti che arrivano sulle nostre tavole. Un po’ meno per le sue bellezze, anche perché, a dire il vero, ha assunto da tempo l’aspetto di una cittadina caotica dalle costruzioni sgraziate, frutto di una dissennata urbanistica palazzinara sviluppatasi dagli anni Sessanta in poi.
Tutto qui? No di certo, perché come in quasi ogni luogo del nostro Meridione, basta andare oltre il palmo del proprio naso per trovare angoli affascinanti che ci riportano indietro nella storia.
Allora il consiglio è questo: attraversate con l’auto tutta la città, fino a trovare le indicazioni “Valle dei Mulini”. In men che non si dica vi troverete fuori dal contesto urbano, immersi in una verde e stretta vallata sul fondo della quale scorre il torrente Vernotico.

Lungo le sponde del fiume si trovano i ruderi degli antichi mulini che, a partire dal XIII secolo, producevano le farine per sfamare non solo i paesi del circondario, ma anche la stessa città di Napoli, arrivando, nel Settecento a macinare oltre un milione di quintali di grano all’anno.

Oggi questo grande patrimonio di archeologia industriale è comodamente visitabile percorrendo la strada asfaltata che risale la vallata, permettendo di vedere da vicino le antiche costruzioni parzialmente ricoperte dall’edera e da altra vegetazione. La visita si può effettuare anche di notte, essendo i mulini illuminati da luci artificiali. Un piccolo tuffo nella storia, che vi caricherà di emozioni e meraviglia.

 

Roberto Pellecchia

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