L’immagine raffigura l’albero di Natale piantato dagli allevatori della Coldiretti davanti allo stabilimento della Galbani a Corteolona (PV), simbolo della mobilitazione degli allevatori per il giusto prezzo del latte.

Un albero di Natale piantato davanti ai principali stabilimenti di lavorazione della Galbani e della Parmalat, per chiedere il “regalo dovuto” di un giusto prezzo del latte per gli allevatori e per i consumatori che devono poter riconoscere attraverso l’etichetta la produzione veramente Made in Italy.

E’ questa la clamorosa protesta degli allevatori della Coldiretti che si sono mobilitati durante queste festività di Natale per salvare le 43mila stalle italiane dal rischio di chiusura per il prezzo alla stalla offerto dagli industriali ben al di sotto dei costi di produzione.

Le scritte sono varie: “Cara industria, addio fiducia delle mamme italiane senza latte delle nostre stalle. Il vero latte italiano lo devi pagare in modo giusto. Firmato Coldiretti”.

Le  mucche italiane – sostiene la Coldiretti – sono sottopagate per il latte ad un prezzo inferiore del 30 per cento rispetto al 1996: il latte fresco viene pagato in media dai consumatori 1,35 euro al litro con un ricarico di quattro volte e mezzo (+350 per cento) rispetto ai 30 centesimi riconosciuti in media alla stalla. Si tratta di valori che non coprono i costi di produzione e stanno mettendo a rischio stalle, mucche e lavoro che hanno garantito all’Italia fino ad ora il primato mondiale nella produzione formaggi tipici con il record di 35 riconoscimenti a livello comunitario.

Ma non tutto il mondo del latte è in crisi, soprattutto quando le istituzioni supportano progetti di qualità. Crederci, non crederci? La speranza è sempre e comunque quella che effettivamente dei progetti concreti a supporto di chi lavora nel settore primario siano possibili. Grazie all’assessorato all’agricoltura della Regione Campania ed all’Associazione Nazionale Formaggi sotto il Cielo (ANFOSC) a dicembre è nata l’Associazione Produttori Latte Nobile dell’Appennino Campano. Un latte ricco di antiossidanti e di grassi buoni, grazie ai foraggi ed al pascolo del territorio in cui è prodotto.  Il territorio montano delle province di Avellino e Benevento, in cui questo latte può essere prodotto, comprende 68 comuni e rappresenta il 18,3% del territorio regionale.

Il latte Nobile dell’Appennino Campano verrà posto in commercio con il marchio Erbalat e ad un costo di 2 euro. Il prezzo è decisamente più alto della media,  ma aspetteremo la sua distribuzione per poterne parlare ancora e con maggiore cognizione di causa.

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