Immersa nella Valle del Metauro, il borgo antico di Cartoceto in provincia di Pesaro Urbino, si presenta come un balcone proteso su secolari uliveti e verdi colline.

A 14 km dal mare, la cittadina ha un microclima che già dal XIII secolo l’ha resa nota per la produzione di olio extravergine di qualità che le ha valso la denominazione della DOP.

Ogni anno, ormai da 40 anni, nel mese di novembre si festeggia la DOP con la tradizionale mostra mercato dell’olio e dell’oliva, da 3 anni trasformatasi in Cartoceto Dop, il Festival (5-6-12-13 novembre 2016). Un contenitore dove arte, cultura e promozione del territorio sposano l’eccellenza enogastronomica e vestono di festa i luoghi magici del borgo tra cui spicca il settecentesco Teatro del Trionfo.

UN PO’ DI STORIA

Posta a 235 metri sul livello del mare, nascosta tra i colli coltivati e gli uliveti secolari, Cartoceto si stende sul lato settentrionale del fiume Metauro. Popolata già in epoca romana, le radici storiche della cittadina affondano probabilmente nella prima metà del 500, ai tempi della guerra greco-gotica.

Alcune fonti attestano che già nel XIII secolo la zona fosse popolata e fortificata, caposaldo difensivo del territorio fanese. I passaggi storici la vogliono prima sotto il dominio dei Malatesta, poi sotto lo Stato Pontificio durante il quale fu distrutta a causa di un terremoto.

Molti i luoghi d’interesse che meritano di essere citati. Dalla suggestiva Piazza Garibaldi a Palazzo Marcolini, da Piazza Marconi alla Collegiata di Santa Maria della Misericordia, dal Teatro del Trionfo alla Chiesa di Santa Maria del Soccorso e la Pieve dei Santi Pietro e Paolo.

LA CARTOCETO DA VISITARE

Il punto di partenza per la visita del centro storico di Cartoceto è la suggestiva Piazza Garibaldi, anticamente denominata Piazza del Mercato, sulla quale s’innalza il Palazzo del Popolo, risalente al XIII secolo, sormontato dalla sua caratteristica torretta dell’orologio (XVIII sec.).
Oltrepassando l’arco che si apre sulla destra del palazzo (ove in passato vi era un ponte levatoio), si accede all’interno del borgo storico, il quale conserva ancora l’originale impostazione planimetrica a spina di pesce, con strette vie e gradinate lungo il pendio del colle.

Poco avanti, sulla destra, si incontra Palazzo Marcolini: fu residenza privata del conte fanese Camillo Marcolini, priore comunale e poi sindaco di Cartoceto durante e dopo il Risorgimento. Attualmente, dopo un lungo ed attento restauro, è divenuto sede del Comune ed ospita la biblioteca pubblica “Afra Ciscato”.

Poco più avanti, sulla sinistra, è posta la Fontana dell’Olio, pregevole opera del frate-scultore Stefano Pigini, inaugurata nel 2004. Proseguendo lungo Via Marcolini, oltre una strettoia, si giunge nell’ampia Piazza Marconi, popolarmente detta “la Turchia”, dalla quale è possibile ammirare una vista panoramica che, dalla conca di olivi di Cartoceto, si apre fino al mare.

Nella piazzetta sorge il Teatro del Trionfo, un autentico gioiello cartocetano, ricavato nel XVIII secolo dai locali di un antico frantoio e divenuto oggi casa madre per tanti grandi eventi del paese. Addentrandosi ulteriormente per le vie del castello si possono ammirare angoli caratteristici e scorci panoramici di grande impatto visivo.
Ritornando in Piazza Garibaldi e percorrendo la scalinata di Via Roma, si giunge innanzi alla Collegiata di Santa Maria della Misericordia, posta proprio nel luogo in cui, nel 1350, Galeotto Malatesta fece erigere la sua rocca.

Cartoceto - Visuale del Castello ph Andrea Contenti
Cartoceto – Visuale del Castello ph Andrea Contenti

Chiesa Collegiata di Santa Maria della Misericordia
L’edificio attuale venne eretto nel 1835-41 su progetto degli architetti fanesi Cesare e Giuseppe Selvelli, in sostituzione della demolita chiesa quattrocentesca che sorgeva a circa cento metri di distanza, ai margini dell’attuale Piazza Garibaldi.

Dal precedente edificio proviene una Madonna in trono con San Giovanni Battista e San Bernardino, del pittore fanese Bartolomeo Morganti (1526). Entrati nell’edificio, sul lato sinistro si nota un antico simulacro in legno dipinto rappresentante la Santa Casa di Loreto, anticamente portato in processione.

Annesso alla chiesa, sul lato sinistro, sorge il Santuario della Madonna della Grazie (1886): vi si conserva la venerata immagine della Madonna con bambino, dipinta nel tardo ‘300 da autore ignoto. L’immagine era originariamente posta in un’edicola fuori dall’abitato ma, in seguito a presunti eventi miracolosi, fu costruito il santuario ove metterla al sicuro, opera dell’architetto Mengaroni.

Sempre sulla sinistra, in prossimità dell’altare, si trova una Madonna del Rosario, dipinto attribuito alla bottega del Barocci. Sopra l’altare, in posizione centrale, si trova la Madonna della Misericordia, attribuita al Cantarini, del 1600. In prossimità dell’uscita c’è infine una Madonna in trono con a fianco San Sebastiano e San Rocco, proveniente dalla vecchia chiesa di Ripalta.
Di notevole importanza sono anche gli arredi liturgici, in particolare l’altare e l’ambone, realizzati alla fine del XX secolo dal frate-scultore Stefano Pigini e dal suo allievo Giovanni Gagliardi.

Teatro del Trionfo
Vero e proprio tesoro cartocetano, il Teatro del Trionfo, posto dinnanzi alla spettacolare vista panoramica offerta da Piazza Marconi, venne realizzato attorno al 1725-30 utilizzando i locali di un antico frantoio e deposito di olive, in modo da offrire alle famiglie altolocate del borgo uno spazio per rappresentazioni.

La disposizione attuale risale al 1801: la sala, a tre ordini di palchi, conserva un artistico sipario dipinto nella metà del XIX secolo dallo scenografo faentino Romolo Liverani (recentemente restaurato) ed il corredo scenico del senigallese Giulio Marvardi. Il teatro continua a vivere ancora oggi ospitando mostre, esposizioni artistiche, spettacoli musicali ed offrendo una cornice unica per tanti altri eventi speciali nel corso dell’anno.

Convento e Chiesa di Santa Maria del Soccorso
Il complesso conventuale sorge poco fuori dal centro storico, immerso nel verde del Monte Partemio. La fondazione, da parte degli Agostiniani, risale al 1500. Dell’antico edificio restano solo una parte della torre campanaria, una sala del convento e parte della muratura della chiesa.
L’edificio attuale fu costruito nel 1782 su progetto dell’architetto Francesco Maria Ciaraffoni, allievo del Vanvitelli.

Di grande suggestione sono le volte a crociera in laterizio e le grandi arcate a tutto sesto del chiostro, attorno al quale si distribuiscono gli spazi del convento. All’interno sono conservate diverse tele di pregio, fra le quali una Concezione del pittore Bartolomeo Morganti e una Flagellazione attribuita a Pompeo Morganti.
La chiesa, di chiara matrice neoclassica, è a pianta centrale coperta a cupola. Gli altari sono stati realizzati nel 1782 dal marmista-scalpellino Benedetto Rondoloni di Sant’Ippolito.

Fra le opere di pittura da ricordare le tre pale d’altare settencetesche del pesarese Pietro Tedeschi. Nella cappella annessa alla chiesa (a destra dell’altare maggiore) è conservata la tela raffigurante la Madonna del Soccorso, dipinta da autore ignoto nei primi anni del XVI secolo. Nel corridoio di accesso tra il chiostro e la chiesa è visibile il cinquecentesco affresco della Madonna del Latte.
Nel convento, oggi ospitante suore di clausura e non più visitabile, ha vissuto e lavorato dagli anni ’80 fino alla morte padre Stefano Pigini (1919-2006), le cui opere sparse in Italia e all’estero arricchiscono il paese e le collezioni private di Cartoceto.

Pieve dei Santi Pietro e Paolo
Sorge a circa un chilometro dal centro storico, sulla sommità di un colle che domina la bassa valle del Metauro. L’edificio primitivo fu forse costruito in età tardo-antica, forse su una precedente struttura pagana, per poi svilupparsi come Pieve fra il VI ed il X secolo. Ricoprì il ruolo di chiesa parrocchiale di Cartoceto fino al 1573, quando venne istituita la nuova parrocchia nel borgo.

Nel XVII secolo fu ceduta ai frati minori osservanti che trasformarono la chiesa e costruirono a fianco il loro convento. Il campanile risale al 1726. Nel 1861 il convento fu abbattuto per ampliare l’adiacente cimitero. Il suggestivo portico a cinque arcate sostenute da pilastri ci introduce all’interno dell’edificio dalle caratteristiche neoclassiche, dove si conservano cinque paliotti d’altare in scagliola della prima metà del XVIII secolo.

Nel primo altare di destra, si trova un notevole affresco del 1477 raffigurante la Crocifissione, sotto il quale recenti restauri hanno portato alla luce un precedente affresco, forse del ‘300, raffigurante lo stesso tema. La contro-facciata, sulla balaustra lignea decorata con una teoria di santi, è dominata dall’organo costruito nel 1682 da Romano Speranza. Il coro ligneo, in radica di noce e ornato con colonnette tortili, è opera dell’intagliatore Ottaviano Marchegiani di Fossombrone (XVIII secolo).

Storiche residenze di campagna
Diverse sono le residenze storiche private che caratterizzano la campagna di Cartoceto. Villa Salomone, poco lontana dalla Pieve dei Santi Pietro e Paolo, risale alla fine del secolo XVIII e agli inizi del XIX. Al piano nobile il salone, contro-soffittato da una tela dipinta, ospitava un antico pianoforte dove secondo la leggenda pare abbia suonato Franz Liszt.

Poco lontana, dall’altro lato della strada, sorge Villa Bellaria, con la sua bella scala a due rampe e bel portale in pietra. Il salone d’ingresso conserva le porte originarie e, nelle grandi cantine, è ancora esistente la rampa di accesso per i cavalli. Casa Montefiore – o Villa Beatrice – sorge nei pressi della strada che dalla Pieve porta alla località Molinaccio. Risale alla metà del 1800 e conserva ancora l’annessa cappella.

Villa Corbelli ha origini seicentesche ed è posta in un punto che domina tutta la bassa valle del Metauro, fino al mare. Sull’altro lato della strada sorge la chiesetta di Sant’Anna, splendido esempio di architettura rurale del 1600.

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Palazzo Marcolini ph Andrea Contenti

LA GRANDE TRADIZIONE ENOGASTRONOMICA, DALL’OLIO AL VINO AI FORMAGGI

Famosa per la produzione olearia di altissimo livello, Cartoceto può vantare anche altre eccellenze nel campo enogastronimico. Le aziende agricole del posto infatti producono anche ottimi vini DOC e vi è anche una buona produzione di formaggi caprini e di fossa.
Poi le conserve rigorosamente sott’olio e una novità targata 2016 nata da con il contributo e la maestria degli chef dell’Istituto Alberghiero di Pesaro, il gelato all’olio Dop Cartoceto.

L’ORO VERDE DELLE MARCHE

La conformazione orografica ha fatto sì che fin dal XIII secolo Cartoceto divenisse il più importante centro del contado di Fano per la produzione di olio d’eccellenza.
La lunga tradizione ha poi trovato riconoscimento ufficiale nel 2004 quando è stata istituita la prima e unica Dop olearia delle Marche, la DOP Cartoceto. A farne parte i comuni dell’areale: Cartoceto, Mombaroccio, Saltara, Serrungarina, Fano.

Le caratteristiche
L’olio Dop Cartoceto viene prodotto prevalentemente dalle cultivar Raggiola, Frantoio e Leccino. Caratteristiche al consumo
La Dop Cartoceto, all’atto della immissione sul mercato deve rispondere ad alcune caratteristiche organolettiche. Il colore deve essere verde o verde con riflessi giallo oro per gli oli ancora molto giovani mentre con riflessi più verdognoli per quelli maturi.

All’odore deve presentarsi fruttato secondo la scala C.O.I., e con lieve sentore erbaceo. Possono essere presenti i caratteristici e gradevoli profumi di mandorla verde e mela acerba. Il gusto deve mantenersi armonico, fra le sensazioni di fruttato verde, dolce, amaro e piccante. Può essere presente un gradevole e caratteristico retrogusto di mandorla verde.

Valore del grado di acidità massimo Grammi 0,5% (espresso in acido Oleico) rilevato all’imbottigliamento.
Perossidi: Valore massimo 12 meq02/kg rilevato all’imbottigliamento.
Polifenoli totali: > = 100 mg/kg
Rapporto acido Oleico-acido Linoleico: > = 8
Panel Test: Inequivocabile assenza di difetti rilevabile dalla metodologia ufficiale e percezione del fruttato;
punteggio: > = 7

Dalla storica mostra mercato a Cartoceto Dop, il Festival

Dal 1977 ad oggi, solitamente i primi due weekend di novembre, il borgo antico di Cartoceto celebra il suo oro verde, l’olio, elemento simbolico che racconta un territorio fatto di eccellenze. La storica Mostra Mercato dell’Olio e dell’oliva di Cartoceto nacque proprio per questo, per nobilitare l’elemento topico del territorio, dare risalto ai prodotti del cartocetano, la scarsa conoscenza dei quali costituiva l’ostacolo principale alla loro collocazione sul mercato, promuovere l’incontro e la collaborazione fra gli olivicoltori della zona, creando un punto di partenza per iniziative di carattere associativo e commerciale, valorizzare e salvaguardare Cartoceto, ribadendone la storia e la sua antica cultura.
Dal 2014 questi obiettivi hanno assunto una veste diversa, ampliandosi, strutturandosi, interpretando nuovi linguaggi. È nato infatti Cartoceto Dop, il Festival, un contenitore che riunisce in sé molteplici aspetti: enogastronomici, culturali, associativi, formativi, turistici.
Durante le giornate del festival infatti, alla tradizionale mostra mercato dei produttori, si aggiungono i percorsi verdi per scoprire i luoghi naturalistici di Cartoceto, i percorsi storico-artistici per innamorarsi di vicoli e scorci di un borgo senza tempo, gli spettacoli al Teatro del Trionfo in grado di catturare l’attenzione di pubblico proveniente anche da fuori regione, l’animazione di strada per i più giovani, le mostre in collaborazione con gli artisti del territorio e l’Accademia di Belle Arti di Urbino, gli interventi musicali con i musicisti del Conservatorio G. Rossini di Pesaro, le botteghe artigiane e le osterie per accendere le luci su ogni angolo nascosto del borgo.
A questo si aggiunge anche la convegnistica con la scientificità delle Università marchigiane, i laboratori didattici per i bambini, le iniziative proposte da ogni realtà associativa del territorio.
Nomi noti come quelli di Antonella Ruggiero, Mark Harris, Barbara Casini, Mauro Ermanno Giovanardi, Daniele Di Bonaventura e Alessandro Lanzoni, hanno in questi due anni calcato il palcoscenico del Teatro del Trionfo e hanno percorso le strade di Cartoceto, innamorandosi della cittadina e contribuendo a tracciare il nuovo percorso culturale dell’iniziativa storica.
Quest’anno Cartoceto Dop, il Festival festeggia i 40 anni della storica mostra mercato dell’Olio e dell’Oliva e lo farà coinvolgendo tutti i territori dell’areale della Dop e puntando ancor più i riflettori sul concept stesso del festival: ad essere eccellenza non è solo l’olio ma l’intero territorio con tutte le sue peculiarità.

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