In 10 anni 60mila case abusive, 64 clan che gestiscono il ciclo del cemento, dal 1991 a oggi il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa hanno come causa l’abusivismo edilizio.

“Gli abbattimenti non fanno piacere a nessuno e, considerata l’importanza della prevenzione, vorremmo che non si arrivasse mai alla demolizione di strutture, ma quando sono abusive occorre farlo per lanciare un segnale forte contro la cemento connection che fa affari illegali e violenta il territorio. Il lavoro della Procura è anche la risposta concreta ed efficace alla nuova ipotesi di sanatoria messa in moto dal Governo che rischia di spianare il campo a nuovi sfregi sul territorio”.

In una nota Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania commenta così gli incidenti verificatesi in nottata tra manifestanti e forze dell’ordine ad Ischia per bloccare la demolizione di una casa abusiva.

“Condanniamo la violenza da qualsiasi parte provenga – prosegue Buonomo – ma ricordiamo che in passato anche le case abusive cosiddette di necessità hanno portato lutti e tragedie. E pensiamo proprio ad Ischia dove nel maggio del 2008 una frana travolse una casa abusiva sotto la collina, determinando la morte del padre e tre figli. In Campania per troppi anni si è pensato e si continua a pensare di poter fare ciò che si vuole del territorio ignorando vincoli e legge. A questa Campania è necessario sempre più contrapporre con fermezza la volontà del Paese di far recuperare le parti di territorio saccheggiate, sconfiggere l’abusivismo edilizio, fermare la distruzione delle aree più pregiate della penisola”.

E Legambiente ricorda tutte le cifre della cemento connection in Campania. In dieci anni sono state realizzate circa 60mila le case abusive, una media di 6000 all’anno, 500 al mese, 16 al giorno. Un affare gestito da ben 64 clan il “gotha del cemento” che ha sviluppato un imprenditoria complessa, che attraverso i mattoni ha voluto riaffermare il controllo del territorio. Inoltre ben il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa dal 1991 ad oggi hanno tra le motivazioni di scioglimento proprio l’abusivismo edilizio.

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