A 620 metri sul livello del mare ai piedi del “Monte Santa Croce” (1003 metri), nel cuore dell’Alto Casertano, si trova il comune di Roccamonfina dal complesso vulcanico omonimo (spento da epoca preistorica). Sede della Comunità Montana “Monte Santa Croce” e del Parco Regionale “Roccamonfina-Foce del Garigliano”, l’ameno comune si distingue dal resto del comprensorio per i suoi lussureggianti castagneti che nel periodo estivo-autunnale ne fanno un vero “paradiso terrestre”, meta di numerosi turisti.

La castagna è dunque il simbolo di Roccamonfina e ne costituisce la principale risorsa economica. Ogni anno vengono prodotti mediamente tra i 50 mila e i 70 mila quintali di castagne (dati Istat 2002), facendo delle castagne di Roccamonfina una delle principali produzioni agricole della Provincia di Caserta e della Campania.

La varietà “tempestiva” o “primitiva” è riconosciuta come la prima castagna ad arrivare sul mercato nazionale ed europeo. Senza dimenticare le altre varietà tipiche: le “lucide”, le “mercogliane”, le “napoletane”, le “napoletanelle”, le “tardive” e tante altre.

Una importante filiera “biologica” caratterizzata da una frammentazione delle proprietà private a conduzione prevalentemente familiare, non senza problemi strutturali che ancora oggi non la rendono pienamente competitiva.

Di recente i castanicoltori locali, proprio per far fronte ai problemi della coltivazione della castagna ed alle loro necessità si sono riuniti nell’Associazione “Roccamonfina- Terra di Lavoro” (sito web: www.roccamonfinaterradilavoro.it) che intende difendere la “proprietà privata” dei castagneti, dunque il sudore di chi rende concretamente Roccamonfina un’oasi meravigliosa, e rafforzare le azioni a difesa e rilancio della filiera produttiva di concerto con le istituzioni locali.

Ma Roccamonfina ha tante altre potenzialità: le sue ricche sorgenti d’acqua minerale (purtroppo le Terme giacciono inutilizzate da molti anni ndr); i suoi beni architettonici e storici come le antiche “nevere”, ossia delle strutture in pietra la cui base è scavata in profondità nel terreno dove un tempo durante l’inverno si raccoglieva la neve che sarebbe stata poi rivenduta sottoforma di blocchi di ghiaccio in estate; il sublime convento francescano del ‘400 di “Maria S.S. dei Lattani Regina Mundi”, patrona della Diocesi di Teano-Calvi, posto sul monte Lattani, uno dei principali luoghi di culto dell’intera regione Campania (è basilica minore); le imponenti mura megalitiche dell’“Orto della Regina” dove, narra l’antica leggenda, trovò rifugio la bellissima principessa Fina amata dall’imperatore romano Decio. Insomma un territorio splendido e magico che vale certamente la pena di visitare.

 

Mario Vincenzo

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