SALERNO. 176 pagine per raccontare la grande tradizione gastronomica della città di Arechi proposta nei 35 migliori ristoranti e scandita in oltre 250 piatti. Questa, in estrema sintesi, è “Le Ricette di Salerno” di Maristella Di Martino.

Il libro, già uscito qualche anno fa e più volte ristampato, è stato oggetto di un attento lavoro di riaggiornamento e revisione delle singole ricette nonché dei profili degli chef inseriti e sarà presentato presso presso La Feltrinelli Libri e Musica di Salerno al corso Vittorio Emanuele I, 230 giovedì 11 marzo 2010 alle ore 18.

All’incontro, oltre all’autrice, interverranno il presidente dell’Associazione Giornalisti Salernitani Enzo Todaro ed il fiduciario Slow Food della condotta Scuola Medica Salernitana Sergio Galzigna coordinati dalla giornalista Antonella Petitti.

“Le ricette di Salerno”, edito da Il Raggio di Luna, è disponibile nelle edicole e nelle librerie al costo di 10 euro e rientra nella collana “Le Ricette della Campania” curata dalla stessa autrice che, assieme a Irpinia, Terra di Lavoro e Costa d’Amalfi (pubblicazione con la quale ha ottenuto il Premio Furore Giornalismo 2009), passa in rassegna i 35 migliori ristoranti della città.

Un nuovo scatto sulla cucina di territorio, dunque, che la giornalista, da anni impegnata nella ricerca sul campo, fa delle eccellenze della Campania enogastronomica scandendo il proprio percorso attraverso i consueti profili dei grandi chef.

Prima delle oltre 280 ricette, suddivise tra 70 tra paste e sughi, 35 zuppe, 70 carni e formaggi, 15 uova e frittate, 25 verdure ed ortaggi e oltre 50 dolci, grande spazio nel testo è assicurato innanzitutto agli uomini che con il proprio lavoro quotidiano fanno delle cucine dei propri ristoranti il trampolino di lancio per una proposta culinaria sempre originale e fantasiosa.

Come ogni ricettario della collana, infatti, anche in questo i singoli piatti vengono anticipati dai ritratti dedicati ai veri storici del territorio che custodiscono i segreti di un gusto che altrimenti sarebbe andato irrimediabilmente perduto se non fosse per la loro quotidiana e paziente opera di salvaguardia e riproposizione nei rispettivi locali.

A ciascuno è riservato un profilo in cui viene raccontato innanzitutto l’uomo con il suo temperamento, la storia personale, il modus operandi e solo in un secondo momento le esperienze professionali che ne arricchiscono il bagaglio personale e culturale.

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