SALERNO. Dopo la filiera dell’olio, del vino, ortofrutta e cereali, si delinea anche quella della castagna e abbraccia anche questa volta sia l’area del Cilento che la Costiera amalfitana.

E’ grazie alla nascita dei Distretti Rurali, Agroalimentari di Qualità e di Filiera delle Aree Interne e Protette della Provincia di Salerno – diventata legge regionale il 30 luglio – che un’aggregazione simile potrà prendere vita e diventare realtà.
E’ il Comitato Promotore dei Distretti che fa capo all’Ente per lo Sviluppo Sostenibile “I Piccoli Campi”, a promuovere nell’ottica di uno sviluppo sostenibile legato alla qualità e alla reale produzione agricola sui territori, un’idea diversa di economia locale, dove i problemi di un settore si affrontano collettivamente facendo rete per essere competitivi verso un unico marchio territoriale d’area.
Di questo si è discusso in un incontro tenutosi a Castel San Lorenzo (presenti la gran parte degli imprenditori), territorio che insieme a Roccadaspide, a Felitto e Magliano Vetere, Monterforte Cilento e Stio, rappresenta, insieme a quella dell’Irpinia, il grosso della produzione campana. E non è poco se si pensa che solo in questa provincia, in base all’ultimo censimento, si registrano più di 5400 aziende agricole con castagneto.
In quest’area del Cilento è il “marrone di Roccadaspide” che ha avuto anche il riconoscimento dell’IGP nell’areale che comprende gli Alburni, il Calore salernitano e una parte del Cilento, ad essere per molte aziende il maggior prodotto “fonte di lavoro e reddito”, nonostante la forte crisi del settore “traumatizzato” dagli effetti (a volte anche devastanti) del cinipide che attacca i germogli delle piante e ne arresta la crescita vegetativa provocando così riduzione della fruttificazione.
“In questa lotta contro il cinipide – dichiara Rosa Pepe del CRA di Pontecagnano, parte attiva del Comitato promotore – dobbiamo essere tutti uniti, ed è questo anche il senso e lo scopo della creazione di una filiera”.
E perché anche un piccolo agricoltore dovrebbe aderire al Distretto e alla filiera? “La castagna di Roccadaspide è certificata, ma in realtà non ha un peso specifico in relazione all’identità locale, perché in rapporto alla produzione non ha un reale riconoscimento – spiega Anna Pina Arcaro, responsabile del Comitato Promotore – con il Distretto si potrà invece ottenere una forza, una propria fiscalità, un’organizzazione reale, un peso importante che servirà a rafforzare il settore e a risolvere le problematiche. Sarà questo il nuovo modello di sviluppo del territorio, altrimenti intere aree saranno destinate allo spopolamento”. Il prossimo incontro sulla stessa tematica si terrà in Costiera amalfitana.

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