Dalla tradizione pugliese arriva un piatto povero e semplice, ma di gran carattere. Nasce da due elementi, ovvero le cicorie selvatiche e le fave secche.

Partiamo da un’erba preziosissima, ancora più buona quando recuperata dai campi, visto che le cicorie sono particolarmente depurative.

Quando possibile andrebbero consumate crude, nelle insalate, mentre in decotto aiuterebbero l’inappetenza ed anche la costipazione.

Ricche di vitamine e minerali, svolgono una funzione disintossicante in particolare sul fegato.

Curioso ricordare che un tempo le radici della cicoria venivano essiccate, triturate e torrefatte ottenendone una polvere. Quest’ultima era utilizzata come succedaneo del caffè, ovviamente senza caffeina, dal sapore caramellato e tonificante.

La ricetta:

Le quantità sono soggettive, dipendono semplicemente dai vostri gusti. Mettete a bagno le fave 2 o 3 ore prima di passare alla cottura. Portatele poi a bollore con una cipolla ed una patata grande (in proporzione per circa 250 grammi di legumi).

Una volta pronte frullatele fino ad ottenere una purea delicata.

Contemporaneamente avrete selezionato le cicorie più tenere, le avrete mondate e lavate. Dopo averle lasciate bollire per un minuto, scolatele subito e salatatele in padella con un filo d’olio ed un aglio.

A questo punto potete impiattare adagiando sul fondo la crema di fave e appoggiandovi sopra le verdure saltate.

Un ultimo filo d’olio a crudo ed eventualmente un pochino di peperoncino, e Buon Appetito!

In foto ad accompagnare la purea di fave vi sono dei broccoli, a testimonianza del fatto che molte verdure a foglia verde possono essere abbinate alla purea di fave, anche se alla dolcezza della crema si contrappone perfettamente la nota amara e caratteristica delle cicorie.

Antonella Petitti

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