Patrono di Belluno e di diversi altri borghi d’Italia, San Martino racconta di un freddo autunno e d’un gesto di carità che riscaldò immediatamente il clima. Uno dei Santi più amati, sin dal Medioevo, e a cui vengono legate molte tradizioni, culinarie e non.
Tanti anche i proverbi che ci ricordano soprattutto l’associazione di questa festa con le castagne, il vino ed i “piumati”: “Oca, castagne e vino, tieni tutto per San Martino“.
Elencarne le curiosità, che uniscono il sacro ed il profano, sarebbe davvero complicato. Basti considerare che la sua festa coincideva con il Capodanno Celtico, dunque feste, banchetti ed abbondanza erano d’obbligo.
Poi man mano, molto tempo dopo, la coincidenza della chiusura dell’anno agricolo rinforzò questa giornata come la celebrazione della fine del lavoro e l’inizio del riposo dei mesi invernali, per chi lavorava essenzialmente la terra.
Difficile comprendere l’origine di moltissime tradizioni come quella salernitana, dove i mariti regalavano dei torroncini alle mogli per evitare che quest’ultime li tradissero.
Insomma a San Martino bisogna festeggiare ed augurarsi buon tempo, perchè quand’è così anche il giorno di Natale sarà mite: “Se piove a San Martino pioverà per altri quaranta giorni“.
Se vi va di mettervi in cucina, una delle ricette più semplici è il pane di San Martino:

Ingredienti:
350 gr farina tipo 0
250 gr farina di castagne
400 ml di acqua
un panetto di lievito di birra
250 gr gherigli di noce
olio extravergine di oliva
sale q.b.

Impastare una piccola parte delle due farine (per un totale di 100 grammi) con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida (circa 100 ml), far lievitare per un’oretta.
Riprendere il panetto ed impastare aggiungendo tutti gli altri ingredienti, tranne le noci. Fate lievitare per altre due ore.
Al termine rilavorate l’impasto aggiungendo le noci, formate un filoncino lungo e lasciatelo riposare un quarto d’ora prima di infornarlo: 40/45 minuti a 180 gradi.
Et voilà, ed il pane di San Martino sarà una base straordinaria per mangiare salumi novelli, bere vino e chiudere con caldarroste!

Antonella Petitti

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