ACERNO (SA). Dopo anni di battaglie e sacrifici, nasce il simbolo enogastronomico ben chiaro: il Marchio Collettivo “Castagna di Acerno”, che contraddistinguerà in maniera univoca i prodotti del territorio.
L’iniziativa è partita dall’Associazione per la Difesa e la Valorizzazione della Castagna di Acerno, grazie alla caparbia perseveranza dei soci ed al sostegno dell’Amministrazione Comunale che hanno creduto in questo progetto.
Oggi, per fortuna, i castanicoltori che credono in questa proposta sono in aumento e si auspica che in futuro tutti i produttori, le cooperative e le aziende di trasformazione primaria e secondaria di Acerno possano riunirsi sotto questo simbolo.
Il deposito del marchio “Castagna di Acerno” rappresenta un passo fondamentale per la difesa del prodotto locale ricercato su tutti i mercati italiani per le sue particolari peculiarità di durabilità e, per tale motivo, utilizzato abusivamente sul mercato.
Il marchio è stato depositato al Ministero delle Politiche Agricole e svolge la fondamentale funzione di garantire le particolari caratteristiche qualitative del prodotto e dei suoi derivati distinguendoli per la loro provenienza.
Per legge potrà essere utilizzato solo da aziende produttrici e/o da quelle ditte trasformatrici che dimostrino la provenienza geografica e la qualità del prodotto all’Associazione e, pertanto, iscritte nell’apposito Registro delle Imprese Utilizzatrici del marchio.
Le stesse, per conservare nel tempo tale prerogativa, devono accettare controlli periodici senza preavviso, dal quale sia dimostrato il rispetto della provenienza e il mantenimento della qualità mediante una rigorosa tracciabilità del prodotto.

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Il Marchio non protegge solo la castagna allo stato fresco ma tutta una serie di prodotti derivati dalla stessa quali: le castagne essiccate e reidratate, la farina di castagne, le marmellate, le puree e i concentrati a base di castagne; i prodotti di pasticceria, le bevande alcoliche e gli sciroppi preparati con castagne.
Questo importante passo avanti rappresenta il primo fondamentale step per raggiungere obiettivi di più ampio respiro quali il riconoscimento DOP o IGP” – tengono a sottolineare dall’associazione per la Difesa e la Valorizzazione della Castagna di Acerno.

Il momento storico che vive la castanicoltura italiana non è certo dei migliori visti i danni che il cinipide galligeno continua ad infliggere alla produzione. Anche nei Picentini la situazione è difficile, ma a maggior ragione è necessario tutelare le quantità (seppure esigue). Le percentuali spaventano, si è scesi ad una produzione che va dal 15 al 30 per cento rispetto alla media dei felici anni pre cinipide.

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